“È essenziale chiarire che questo non è un libro di storia economica, ma di storia dello sviluppo economico”. In questa frase contenuta nella premessa di Storia dello sviluppo economico medievale. L’Europa occidentale dalla fine dell’impero romano alla scoperta dell’America di Pier Luigi D’Eredità, è racchiusa probabilmente la chiave che permette al lettore di inquadrare questo poderoso studio sui generis dedicato alla comprensione di alcune questioni fondamentali che ancora interrogano chiunque voglia avere un quadro chiaro di cosa è stato il Medioevo. In effetti in questo libro non troviamo una serie di dati che ci mostrino l’andamento dell’economia medievale nei suoi aspetti, ma una storia del Medioevo analizzata attraverso la lente dell’economia. La differenza è decisiva: nel testo di D’Eredità possiamo rintracciare i cambiamenti delle condizioni lavorative dei contadini tra la fine dell’Impero Romano e la cosiddetta rivoluzione dell’Anno Mille, osservare come i sistemi di produzione trasformino le configurazioni socio-politiche di un territorio, seguire la migrazione delle ricchezze dalle corti alle città europee in epoca comunale. Quello che abbiamo, insomma, è un grande quadro di insieme, una lunga narrazione organica nella quale, dipanando il filo dello sviluppo economico, possiamo ritrovare la trama che intesse l’intera storia medievale. Ed è proprio questa dimensione dell’intero a costituire la cifra teorica più importante di questo testo: diversamente da quella che è la tendenza attuale dei saggi a carattere storico – che hanno di mira la microstoria, ovvero l’analisi di eventi storci particolari o anche marginali e la loro ricontestualizzazione – il libro di D’Eredità ha l’ambizione di cogliere il processo della storia nel suo divenire, nelle trasformazioni generali che poi determinano anche gli esiti particolari. Non si tratta di isolare astrattamente delle parti, ma di comprendere come accadimenti, personaggi e tendenze apparentemente distanti e inconciliabili siano in realtà parte integrante dello sviluppo storico, che non si arresta né conosce le divisioni in capitoli o in sezioni nelle quali sono organizzati i libri di storia.
Porterò solo un esempio, relativo a una delle grandi questioni che ancora rimangono aperte rispetto proprio rispetto alle origini del Medioevo e che viene affrontata nel libro. Da subito è apparso essere un periodo storico caratterizzato da una profonda cesura con l’Impero Romano, il cui declino ne ha costituito i presupposti. Spesso ci si chiede – non senza ingenuità – come sia stato possibile che una delle organizzazioni sociali più raffinate e complesse dell’umanità abbia dato luogo allo sfacelo produttivo e sociale del V secolo. Latifondo, disgregazione del sistema schiavistico e estensione del patronato non sono, a questo proposito, da considerare come elementi che causano direttamente il collasso del sistema economico-produttivo romano, ma come tendenze che si trasformano e si adattano alle mutate condizioni sociali e politiche delle cosiddette dominazioni barbariche, capaci di influire sulle tendenze economiche in atto ma anche a loro volta costrette a cambiare sulla scorta delle decisioni dei nuovi padroni dell’Italia. Dunque Storia dello sviluppo economico medievale. L’Europa occidentale dalla fine dell’impero romano alla scoperta dell’America, che nelle intenzioni del suo autore è pensato come un manuale indirizzato agli studenti di Storia o di Economia o a beneficio degli insegnanti, risulta essere piuttosto un romanzo, una lunga narrazione il cui protagonista è l’umanità stessa. Uso qui il termine romanzo nell’accezione che ha conferito a questo termine Adorno, per il quale la caratteristica che distingue il romanzo da qualsiasi altro genere letterario è proprio il suo carattere aperto, non finito: pur essendo in sé compiuto, esso intrattiene con il tempo un rapporto di continuità che permette sempre uno sviluppo ulteriore. Inoltre l’uso di questo termine mi permette di meglio sottolineare la qualità narrativa di questo testo, capace di coinvolgere il lettore e persuaderlo a seguirne le logiche: chi accetti di fare la necessaria fatica per compiere questo viaggio nel medioevo, ne verrà ricompensato ampiamente in arricchimento culturale e in godimento intellettuale.
di Damiano Cantone