traduttrice dall’ungherese e dal tedesco. Magiarista e germanista, ha pubblicato una monografia dal titolo "Con la lingua, contro la lingua" (Aracne, 2009) e nel 2014 ha conseguito il dottorato in Scienza della traduzione all’Università di Bologna. Con il master di specializzazione in Traduzione letteraria, rilasciato dall’Istituto Balassi di Budapest, è entrata in contatto diretto con il panorama letterario contemporaneo ungherese e nel 2015 ha ricevuto un finanziamento per giovani traduttori all’interno del programma congiunto tra la Casa delle Traduzioni ungherese e il Museo della Letteratura Petőfi.
Dall’ungherese, per la collana Elit ha tradotto "Il Montecristo comunista" (Mimesis, 2017) di Noémi Szécsi, "Non c’è e non deve esserci" (Mimesis, 2017) e "Darsi del tu "(Mimesis, 2020) di Edina Szvoren. Con Vera Gheno ha lavorato alla traduzione del romanzo "Affresco" (Anfora, 2017) di Magda Szabó. Più di recente ha tradotto e curato il volume di racconti "Veleno" (Textus, 2020) di Zsófia Bán e ha tradotto la rivisitazione contemporanea del poema in versi "Giovanni il Prode" di Sándor Petőfi, contenuta nel volume illustrato "Il pastorello d’argento. Il secondo avvento di Giovanni il Prode "(Anfora, 2019) a cura di Zsolt Jantyik. Dal 2016 collabora inoltre con la rivista “Internazionale”.
Dal tedesco ha tradotto: i documenti originali del volume "Lettere dei soldati della Wehrmacht" (Corbaccio, 2015) di Marie Moutier; con Alessandra Petrelli, l’ultimo volume della trilogia dei sogni "Silver. L’ultimo segreto" (Corbaccio, 2015) di Kerstin Gier; i saggi "Solitudine digitale"(Corbaccio, 2016) e "Connessi e isolati" (Corbaccio, 2018) di Manfred Spitzer; e la biografia "Cioran. Ritratto di uno scettico estremo" (Lemma Press, 2019) di Bernd Mattheus.
Dal 2015 al 2019 ha tenuto corsi di lingua tedesca e di traduzione dal tedesco ai Dipartimenti di Scienze politiche e di Lingue, letterature e culture moderne dell’Università di Bologna e alla Scuola per mediatori linguistici “Carlo Bo”. Al Dipartimento di Formazione, lingue, intercultura, letterature e psicologia dell’Università degli Studi di Firenze, dal 2018 tiene un laboratorio di traduzione letteraria dall’ungherese e nel 2019 ha iniziato un dottorato in Letteratura ungherese con un progetto di ricerca sulla memoria del dissenso nelle autrici ungheresi contemporanee.