Sull’imprinting fenomenologico di Salvatore Veca
Torno alla Milano dei primi anni settanta e a me che con Veca avevo fatto un esame di Filosofia teoretica all’Università Statale, via Festa del Perdono, quando Salvatore era, insieme a Pier Aldo Rovatti, giovane assistente di Paci e osservava perplesso gli sforzi del maestro di conciliare Husserl e Marx (del resto, perché no, se…